Tanti i cambiamenti portati dalla Legge di Stabilità 2015 tra cui anche l’introduzione dello split payment o scissione dei pagamenti applicato per le prestazioni di servizi rese alla P.A.
Questo istituto è stato riformato più volte dal decreto 50/2017 fino al 2 luglio 2018, giorno in cui, grazie al Decreto Dignità, è stato abolito per i Professionisti.
Novità accolta con soddisfazione dai Professionisti e da tutte le organizzazioni legate alla libera professione.
Infatti, questo sistema avrebbe creato problemi di liquidità alla categoria già sottoposta alla ritenuta d’acconto del 20%. Ora, con una gestione dell’Iva rientrata nella normalità la situazione diventa più sostenibile.
Lo split payment rimane confermato per tutti i fornitori della P.A. e per le società quotate e/o controllate.
Per individuare facilmente i soggetti che rientrano nell’applicazione di questo istituto, si può consultare il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze http://www1.finanze.gov.it/finanze2/split_payment/public/.
L’obiettivo di questo sistema è quello di arginare l’evasione dell’Iva da parte del fornitore e prevede l’obbligo di versamento dell’IVA da parte del cliente anziché del fornitore.
Quindi, il fornitore emette regolare fattura ma il cliente, anziché pagare l’importo totale al fornitore, deve scindere in due il corrispettivo: da una parte versa al fornitore il totale fattura al netto dell’imposta dall’altra versa l’imposta direttamente all’Erario.
I fornitori devono indicare sulla fattura la descrizione obbligatoria “scissione dei pagamenti”. Attenzione, nel caso in cui la fattura fosse sprovvista di questa descrizione, è applicabile una sanzione amministrativa da 1.000 ad 8.000 euro.
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