Fonte: Il Sole 24 Ore del 03 marzo 2022
Imprese turistiche
La prima opportunità per le imprese turistiche, già attiva, è relativa all’articolo 1 del Dl 152/2021 e sono già 7.500 e le domande ricevute, ma il ministero del Turismo ha già comunicato che la graduatoria rimarrà aperta in vista di eventuali rifinanziamenti. L’agevolazione per la riqualificazione delle strutture ricettive consente di accedere a un credito d’imposta fino all’80% delle spese, a cui le imprese possono aggiungere un contributo a fondo perduto non superiore al 50% della spesa nel limite di 40mila euro.
Importo che può essere incrementato fino a 100mila euro. Sono ammissibili gli interventi realizzati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024, anche se avviati dal 1° febbraio 2020.
Per quanto non coperte dai predetti incentivi, le imprese possono fruire di un finanziamento a tasso agevolato, a condizione che almeno il 50% delle spese sia dedicato agli interventi di riqualificazione energetica.
Il secondo bando (articolo 3 del Dl 152/2021) non ancora aperto finanzia progetti che devono essere finalizzati a specifiche finalità (ad esempio riqualificazione energetica), ma di importo tra 500mila e 10 milioni di euro.
In questo caso, i progetti devono essere realizzati entro il 31 dicembre 2025. Il bando prevede un contributo a fondo perduto in percentuale diversa in base alla dimensione dell’impresa e all’area di appartenenza e un finanziamento agevolato della durata massima di 15 anni. Il contributo può arrivare al 30% per le micro imprese del Sud e al 5% per le medie imprese del Centro Nord.
La terza opportunità, ancora da regolamentare, deriva dai contratti di sviluppo. Per il turismo, la soglia di accesso, ordinariamente pari a 20 milioni, è stata ridotta a 7,5 milioni per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse. Dal 1° gennaio può essere richiesta l’applicazione delle nuove intensità di aiuto previste dalla nuova carta degli aiuti. Le nuove percentuali prevedono il 30% per gli investimenti realizzati nelle Regioni Molise, Basilicata e Sardegna, 40% per gli investimenti realizzati in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia dalle grandi imprese. Maggiorazioni del 10% in caso di investimenti realizzati da medie imprese e del 20% se realizzati da piccole imprese.
Fondo impresa donna
Sono tre le tipologie di imprese femminili ammissibili a questa nuova agevolazione. Possono richiederla le nuove imprese, le imprese costituite tra i 12 e i 36 mesi e le imprese costituite da oltre i 36 mesi. Rientrano nelle nuove imprese quelle costituite da meno di 12 mesi alla data di presentazione della domanda e quelle non ancora nate. In questo caso, la richiesta è presentata da persone fisiche che intendono costituire una nuova impresa femminile.
I settori ammessi vanno dalla produzione di beni nei settori dell’industria, all’artigianato, alla trasformazione dei prodotti agricoli, alla fornitura di servizi, al commercio e turismo.
L’incentivo prevede una differenziazione. Alle nuove imprese, per i programmi che prevedono spese ammissibili non superiori a 100mila euro, le agevolazioni sono concesse fino a copertura dell’80% delle spese ammissibili e per un contributo massimo di 50mila euro. Solo per le donne in stato di disoccupazione che avviano un’impresa individuale o un’attività di lavoro autonomo, la percentuale massima di copertura delle spese ammissibili è elevata al 90 per cento.
Alle imprese femminili costituite da almeno 12 mesi e da non più di 36 mesi, le agevolazioni sono concesse per il 50% dell’ammontare complessivo in forma di contributo a fondo perduto e, per il restante 50%, in forma di finanziamento agevolato a un tasso pari a zero, fino a copertura del 80% delle spese ammissibili.
Per le imprese femminili costituite da oltre 36 mesi il contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato si applica alle sole spese di investimento, mentre le esigenze di capitale circolante sono agevolate nella forma del contributo fondo perduto.